Denominatore comune delle malattie autoimmuni è l’autoimmunità. In sostanza la malattia autoimmune viene determinata da una errata risposta del sistema immunitario che, riconoscendo come estranea una parte del nostro stesso organismo, inizia a produrre in modo anomalo determinati anticorpi che attaccano quella parte del corpo umano o quell’organo, riconosciuto come diverso.
Molte delle patologie autoimmuni hanno effetti che si protraggono nel tempo, nel senso che lo stato di immunizzazione è permanente. In questi casi la malattia potrebbe definirsi come uno stato patologico cronico permanente, di conseguenza l’unico modo per combatterla potrà consistere nel curarne i sintomi.
Esistono tuttavia delle malattie autoimmuni che hanno un’ insorgenza assai rapida, con una evoluzione della patologia i cui i sintomi si manifestano in modo marcato già nelle prime settimane ed una successiva regressione della risposta immunitaria alterata, fino alla sua completa cessazione. Ovviamente anche in questi casi, una celere diagnosi medica, supportata da specifiche indagini strumentali, sarà in grado di evitare complicazioni permanenti sullo stato di salute del paziente.
Nel gennaio 2011 ho sofferto di una patologia autoimmune di quest’ultimo tipo, nota come Sindrome di Guillam-Barrè.
Come ho “sperimentato” personalmente, la Sindrome di Guillam-Barrè ha tempi di evoluzione molto rapidi: la fase acuta della malattia viene raggiunta trascorsi 14 circa giorni circa dalla comparsa dei primi sintomi (un senso di debolezza generale agli arti inferiori e superiori, che nei giorni successivi si accentua progressivamente, recando una vera e propria paralisi).
I neurologi del Presidio ospedaliero dove venni ricoverata, mi spiegarono che si tratta di una patologia autoimmune demielinizzante, caratterizzata dalla produzione di anticorpi da parte del sistema immunitario, che attaccano la guaina mielinica che riveste i nervi del sistema nervoso centrale e periferico, distruggendola.
Anche nel mio caso la Sindrome si manifestò con paralisi progressiva agli arti inferiori e superiori, a cui seguirono lievi disturbi del linguaggio ed alterazione della frequenza cardiaca.
Ciò che caratterizza la Sindrome di Guillam-Barrè e che la distingue da altre patologie autoimmuni, è il fatto di avere un decorso rapido, con una fase acuta, difatti, anche nel mio caso, la progressione della paralisi agli arti ed il manifestarsi degli altri sintomi distintivi della malattia, avvenne nell’arco di una decina di giorni. Altra caratteristica di questa Sindrome è che, successivamente alla fase acuta, segue uno stadio di graduale recupero da parte dell’organismo.
La diagnosi della mia malattia da parte dei medici avvenne con una tempistica veloce, fattore molto importante, che mi consentì il recupero totale nell’arco di pochi mesi.
La diagnosi fu fatta a seguito di una risonanza magnetica e dell’analisi del liquido cefalorachidiano, per stabilire la effettiva presenza di una elevata concentrazione di proteine nel liquor cefalorachidiano prelevatomi, dato significativo, comune a tutti i malati affetti da Sindrome di Guillam-Barrè, come mi fu spiegato dai neurologi che mi ebbero in cura.
Per poter guarire dalla malattia fu necessario “ripulire” il sangue dalla presenza degli anticorpi nocivi, con la somministrazione di Immunoglobuline e cortisone.
Successivamente al decorso della fase acuta, mi fu prescritto un ciclo di Fisioterapia, che eseguii in un centro autorizzato alla riabilitazione motoria, consentendomi il recupero totale.
Attualmente non si conoscono con assoluta certezza le cause che possono scatenare la Sindrome di Guillam-Barrè, tuttavia pare che alcuni virus o batteri potrebbero essere ritenuti responsabili dell’insorgenza della malattia.
Come il mio caso clinico risolto positivamente può confermare, l’attuale protocollo terapeutico, se applicato dopo una diagnosi tempestiva, consente al paziente di guarire in pochi mesi da tutti i sintomi e di recuperare il 100% delle proprie abilità motorie e solo in una percentuale minima i soggetti colpiti potrebbero mantenere uno stato di disabilità parziale.
Autore: Patrizia Garozzo
Foto: Salvo Amato