Nonostante se ne parli molto, ci sono persone che non hanno ancora un’idea chiara sul veganesimo e sul regime alimentare sotteso! Mi piacerebbe essere utile a questo proposito dando alcune semplici informazioni in materia.
Quando si parla di veganismo si intende quel movimento di pensiero che propone l’adozione di uno stile di vita basato su risorse non provenienti dal mondo animale. Aderire a questo movimento è il risultato di una scelta etica e di amore: dall’alimentazione verranno banditi carne, pesce e prodotti derivati dagli animali (uova, formaggio, miele, ecc.).
Sicuramente l’alimentazione vegana, costituita prevalentemente da verdure, frutta, cereali, avrà un effetto detox sull’organismo ed in generale chi segue questo regime alimentare potrebbe ridurre l’insorgenza di alcune patologie, ad esempio quelle di tipo cardiovascolare. La dieta vegan d’altra parte potrebbe però causare delle carenze nutrizionali (ferro, zinco e vitamina B12), ma a tal proposito è sufficiente di solito assumere degli integratori.
Negli ultimi anni si è acceso un dibattito tra i vegani ed i loro detrattori, a causa del loro abituale consumo di soia, la cui coltivazione è di tipo intensivo, prevede l’impiego di fertilizzanti chimici, impoverisce il terreno e sottrae intere aree verdi agli animali.
Alle accuse di scarsa biodiversità della coltivazione della soia, i vegani rispondono che l’85% circa della produzione viene solitamente impiegata nel settore zootecnico, per foraggiare gli allevamenti intensivi, per cui, a loro avviso, si tratterebbe di accuse infondate.
Sebbene si parli molto di veganismo, l’alimentazione onnivora rappresenta ancora oggi per le grandi aziende zootecniche un vero affare: basti pensare che solo in Italia, secondo una statistica dell’Istat, viene stimato un consumo di carne pro capite annuo di circa 90 chili! Tuttavia se fossimo più informati sulle condizioni di vita degli animali all’interno degli allevamenti, forse molti di noi deciderebbero di diventare se non vegani quantomeno vegetariani!
Il veganismo rifiuta non solo gli alimenti, ma tutto quanto viene prodotto a scapito del mondo animale, pertanto potremmo dire che la coerenza di chi si professa vegan può essere misurata tenendo conto anche dei materiali degli abiti indossati. Sono da escludersi pelli, pellicce, ma anche la lana, mentre hanno il via libera filati come il cotone, il pile o altri materiali di origine vegetale, ad esempio la canapa.
Colui che abbraccia la scelta vegan, considerata l’assenza di una legislazione specifica in materia, si vede costretto a ricercare prodotti vegan certificati, con la conseguenza di pagare un surplus per il prodotto acquistato, poiché la certificazione da parte delle aziende produttrici non è obbligatoria e rappresenta una garanzia qualificata sul prodotto acquistato dal consumatore finale.
Mi viene da dire che essere vegani, poiché implica grande attenzione su tutta la filiera dei prodotti acquistati, per uso alimentare e non, oltre che dei costi aggiuntivi per l’acquisto dei prodotti che si possono considerare eticamente corretti, non è una scelta che tutti sono in grado di sostenere, in quanto implica uno sforzo ed un controllo costante su tutto ciò che viene introdotto nella vita quotidiana, che solamente una grande passione e coerenza di pensiero sono in grado di sorreggere nel tempo!
Autore: Patrizia Garozzo